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Picture Window Frame

Stefano Graziani und OFFICE Kersten Geers David Van Severen

Fondazione ICA Milano presenta Picture Window Frame, una mostra di Stefano Graziani e OFFICE Kersten Geers David Van Severen, curata da Cloe Piccoli. Questa seconda edizione presenta le fotografie di Graziani sul processo produttivo e sulla collezione d’arte di Finstral, accanto a nuove immagini scattate negli archivi d’artista, accademie e musei di Milano. L’allestimento, progettato da OFFICE, riutilizza i telai in alluminio della prima mostra, ora riconfigurati per adattarsi a uno spazio più piccolo.

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I nuovi lavori di Graziani mostrano gli stabilimenti produttivi di Finstral presso la sede centrale in Alto Adige e in Valsugana, oltre a uno Studio Partner in Sicilia. Le sue opere si inseriscono solo in parte nella tradizione della fotografia industriale. In alcuni punti sembrano staccarsi dal prodotto per cogliere la dimensione estetica della produzione e persino la passione del collezionista, ovvero il fondatore dell’azienda e appassionato d’arte Hans Oberrauch.

Le realizzazioni di Graziani sono disposte su una serie di strutture autoportanti progettate dallo studio OFFICE Kersten Geers David Van Severen come allestimento per l’esposizione. I profili in alluminio grezzo di questi supporti richiamano l’estetica dei profili delle finestre.

Le fotografie degli stabilimenti sono caratterizzate da una visione fredda e analitica degli oggetti. Ricordano la fotografia industriale, ma si possono cogliere anche altri riferimenti. Mettono in rilievo la cura del dettaglio, il carattere laboratoriale e l’artigianalità che caratterizzano il processo produttivo. Graziani si avvicina prima al prodotto per poi allontanarsi: le forme dell’oggetto vengono astratte attraverso la composizione dell’immagine, offrendo un nuovo livello di osservazione. L’uso della luce esistente gli permette di catturare una prospettiva sempre diversa: pertanto quasi tutti i momenti di contemplazione risultano ugualmente decisivi secondo Graziani.
Tractatus Muros Circularis.

Tractatus Muros Circularis.

Il Castel Ganda di Appiano, con le sue caratteristiche quattro torri circolari e il muro di cinta, l’anno scorso è stato oggetto di un’importante ristrutturazione, operata dall’architetto Martin Feiersinger. Le ex scuderie, collegate all’angolo sud-ovest dell’ala circolare del muro di cinta, sono state trasformate in una biblioteca e spazio polifunzionale.

Attraverso la loggia a tre colonne, oggi all’altezza del suo nome, si raggiunge il Bar Rosso attraverso il cosiddetto portone serratura. L’anta destra presenta infatti una finestrella verde bottiglia che ricorda un buco della serratura sovradimensionato, rievocando la tipica forma del portone di un castello. Prima ancora di entrare, questa apertura permette di scorgere il bar con il bancone piastrellato rosso e il lampadario progettato ad hoc da Feiersinger. Esso riprende la forma di un dodecaedro ed è composto da dischi in metallo lucido che riflettono l’ambiente circostante, evidenziando l’interesse di Feiersinger per la geometria.
A livello progettuale l’architetto austriaco si è orientato al trattato Divina Proportione di Luca Pacioli, pubblicato a Venezia nel 1509, all’incirca all’epoca della costruzione della cinta muraria. Il trattato comprende alcune illustrazioni dei solidi platonici di Leonardo da Vinci, che hanno ispirato Feiersinger nella progettazione degli interni. “Nella ristrutturazione ho seguito una strategia mirata, effettuando interventi nel tessuto edilizio che fossero meno visibili possibile. Per l’arredamento della biblioteca, invece, sono state scelte tonalità e forme più incisive, citando elementi formali ripresi dalle prime opere stampate fino all’arte contemporanea”.

L’interno è costituito da librerie ad arco quasi scultoree, che richiamano la volta a botte, e da tavoli massicci modulari a semicerchio. Accostati tra loro, gli arredi creano forme variabili, continuando il libero gioco con le geometrie. All’interno della volta, tre lampadari – composti ciascuno da tre barre incrociate – sono appesi come controparte tecnica del lampadario a specchio. Queste forme ad asterisco, disegnano infatti degli esagoni astratti attraverso l’unione ideale delle loro estremità. Le sedie Georgine completano il canone stilistico introducendo l’ellisse nel sistema formale di Feiersinger. Inoltre, numerosi sgabelli rossi a tre o più gambe, ispirati alle meduse, attraversano l’atrio della biblioteca. Al centro dell’ambiente si trova infine l’elemento multifunzionale di colore turchese denominato Schwesternsitz (sedia delle sorelle), che funge da scala per raggiungere gli scaffali più alti della libreria e al tempo stesso da sedia per due persone.

Immagine: Tractatus Muros Circularis, Castel Ganda, foto Werner Feiersinger, 2022
Collezione di arte contemporanea Finstral – Il collezionista Hans Oberrauch.

Collezione di arte contemporanea Finstral – Il collezionista Hans Oberrauch.

Lo sguardo che attraversa una finestra ha diversi significati simbolici: rappresenta un’apertura nei confronti del mondo, dei cambiamenti culturali e delle sfide sociali della nostra epoca e, allo stesso tempo, può essere inteso come un’occhiata introspettiva alla propria anima e alle esigenze individuali.In qualità di elemento architettonico la finestra segna il confine tra la sfera privata e quella pubblica e riflette gli sviluppi sociali, culturali e mediatici.
Grazie alla passione per l’arte del fondatore di Finstral Hans Oberrauch, l’azienda dispone oggi di una ricca e variegata collezione di arte contemporanea. Dalla fondazione dell’azienda la collezione in continua crescita racconta la stretta relazione tra creazione artistica e pensiero innovativo, fornendo un importante impulso all’approccio individualistico ai temi del costruire e dell’abitare. Fin dagli inizi della storia di Finstral l’arte è stata una fonte di ispirazione e un’importante componente della filosofia aziendale.

Immagine: Vincent Grunwald e Ulrike Bernard, Die Mobilie - Weiche WohnWelten, 2016, Art Walk a Tires, Alto Adige, lazy bag
ITALOMODERN – Architettura nell’Italia settentrionale, 1946-1976.

ITALOMODERN – Architettura nell’Italia settentrionale, 1946-1976.

Attraverso fotografie attuali e planimetrie ridisegnate, l’architetto Martin Feiersinger e lo scultore Werner Feiersinger riscoprono l’architettura del dopoguerra nell’Italia settentrionale. Gli edifici selezionati – neorealisti, razionalisti, brutalisti e organici – si distinguono per la loro sperimentalità. La mostra, sviluppata in collaborazione con aut. architektur und tirol, viene presentata per la prima volta in Germania: dal 26 settembre 2019 al 15 luglio 2020 presso lo Studio Finstral Friedberg, situato direttamente sulla A8 vicino ad Augusta.

Con l’ampio percorso espositivo di ITALOMODERN Martin e Werner Feiersinger aprono lo sguardo sull’architettura eterogenea del dopoguerra nell’Italia settentrionale. I due fratelli adottano un duplice approccio, espressione di due visioni diverse, architetto e scultore. “Da un lato si studiano le qualità scultoree degli edifici, la loro materialità e le diverse superfici, dall’altro la formazione dello spazio, la concezione funzionale e l’integrazione nel paesaggio” affermano Martin e Werner Feiersinger.

Il percorso espositivo spazia da precursori delle odierne “tiny houses” come le “Case Zucca” di Mario Cavallè a Milano a piccole abitazioni come la “Casa Rossa” di Gino Valle ad Udine, passando per costruzioni a Trieste e Genova che risultano ancora oggi audaci. Tra le 115 fotografie esposte si possono ammirare anche l’Hotel Olivetti “La Serra” ad Ivrea – a forma di macchina da scrivere –, la spettacolare “Torre Velasca” di BBPR a Milano o progetti arditi e realizzazioni singolari di architetti meno noti. Non edifici senza tempo dunque ma costruzioni che sono chiara espressione di un’epoca in cui si credeva con grande ottimismo che fosse possibile plasmare il futuro attraverso l’architettura.

Immagine: Iginio Cappai, Pietro Mainardis, Hotel Olivetti, Ivrea, 1967-75

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Douglas Henderson – esposizione temporanea, Studio Finstral Friedberg, 2018-2019

Douglas Henderson – esposizione temporanea, Studio Finstral Friedberg, 2018-2019

Il suono è un corpo con forma fisica, un’estensione che si muove nello spazio ed è percepibile con diversi sensi. L’artista americano Douglas Henderson utilizza le energie del suono sia come strumento sensoriale sia come tessuto culturale impregnato di implicazioni sociali.
La caratteristica del suono di esprimersi non soltanto a livello uditivo, ma, seguendo la sua vera natura, di adottare anche forme fisiche, spaziali e visive affascina l’artista fin dagli inizi della sua carriera.
Attraverso le sue proprietà fisiche il suono può manifestarsi nei diversi media e quindi esiste come un mezzo genuinamente ibrido: attraverso motivi disegnati dalle onde dei fluidi, attraverso condizioni di pressione nell’aria e come energia cinetica in materiali responsivi. Oltre ai fenomeni esperienziali delle opere sonore il lavoro di Henderson è caratterizzato sempre anche da taglienti allusioni ai cliché della cultura pop e rock.
Soft Architecture – esposizione temporanea, Studio Finstral Friedberg, 2017-2018

Soft Architecture – esposizione temporanea, Studio Finstral Friedberg, 2017-2018

L’esposizione Soft Architecture crea un ponte tra architettura, design e arte contemporanea. I discorsi ermetici si interrompono e si trasmettono a vicenda importanti impulsi relativi a questioni sociopolitiche e a domande estetiche. Le diverse discipline ricercano e sperimentano con i materiali, studiando strategie socioeconomiche che si realizzano nell’esposizione Soft Architecture.

Il termine soft è utilizzato in diversi contesti: soft material, soft power, soft management, software oppure soft architecture. Il termine rimanda ad associazioni dirette con il mondo del tatto, del tocco, della pressione e della resistenza. Morbido, flessibile, elastico sono qualità legate non soltanto a un materiale particolare ma rappresentano anche concetti creativi.

Immagine: Toni Schmale, 170° & 400°, 2017, acciaio temprato, cemento, ottone, 350 x 12 x 20 cm ciascuno
 
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